
Percebeiros, Cabo da Roca, Portugal
C’è un posto nel mondo, dove a una certa ora ra del mattino trovi uomini posti su speroni a strapiombo sul mare che si soffermano a lungo ad osservare la risacca, sembrano intenzionati a sacrificarsi per qualche ragione, ad osservare quale sia il punto migliore per farlo.
Ho conosciuto Nuno sul web, stavo per recarmi in Portogallo e volevo documentare quello che so essere uno dei mestieri più pericolosi del mondo, il percebeiros, una semplice ricerca su google mi porta a lui, gli scrivo e senza troppi giri di parole mi da appuntamento in quello che si sarebbe poi rivelato per me un posto magico , Cabo da Roca. Strapiombi sul mare da far tremare le gambe, brezza oceanica, vegetazione fitta e dai colori così saturi da sembrare irreali l’ultimo faro d’Europa il più a ovest, dopo di lui solo l’Atlantico. <<Sali in macchina con me bisogna decidere da che parte andare>>. Nel furgone di Nuno solo arnesi del mestiere, la serranda (arnese per staccare i percebes dagli scogli), casse da pesca, tavola per nuotare retini muta da sub e quant’altro, mi racconta che si guadagna da vivere pescando i percebes e insegnando ai bambini a surfare. Ha scelto di vivere su una casa a 200 mt dall’oceano in totale sintonia con la natura che lo circonda. Iniziamo ad avventurarci per un sentiero sterrato e dopo pochi minuti, siamo a strapiombo sull’altlantico, << è da qui che comincia tutto, ora bisogna osservare bene per prendere la decisione giusta>>. Da osservare c’è la linea della risacca del mare per intenderci la facia bianca generata dalle onde esplose che agli occhi dei percebeiros determina un segnale importante per comprendere il livello della marea e la forza delle onde che si infrangono, per stabilire poi quale sia il punto migliore in cui scendere e pescare per circa 45 minuti. Il percebes buono vuole molta ossigenazione è per questo che cresce sulle coste oceaniche, per di più la tipologia migliore -spiegava Nuno- è quella che vive sotto il mare e sopra il mare motivo per cui la marea e le onde giocano un ruolo determinante. Mentre ero alle prese con il suo racconto sui percebes si avvicina un signore anziano con passo lento e espressione consapevole di chi la sua scelta l’aveva già fatta, era già diretto verso il mare a fare la sua giornata di pesca. << Ho cominciato questo mestiere a 20 anni , me lo ha insegnato un amico esperto che ha subito intravisto in me uno con un buon potenziale, ora il mio sogno è fare come lui – riferendosi all’anziano- arrivare oltre i 70 anni continuando a pescare percebes>>, queste le parole di Nuno dopo un breve saluto e confronto con quell’uomo che conosceva molto bene e che nonostante l’età non sembrava affatto temere quella discesa verso il mare che vista dallo strapiombo non era molto rassicurante.<< Ok andiamo in quella direzione, mi sembra la più opportuna>> e indica verso sinistra, <<speriamo sia una giornata fortunata>>. Facendo un passo indietro, risalendo quindi di qualche metro, mi accorgo che non eravamo soli ma quegli speroni sono punti di osservazione per diversi percebeiros che prima di ogni pescata fanno come Nuno, e talvolta decidono di rinunciare, proprio come un altro suo collega che si avvicina e considerando le condizioni per qualche motivo sfavorevoli desiste e aspetta un altra occasione. Il tempo di indossare la muta da sub, afferrare la serranda e ci caliamo nella gola. È stato meno complicato di quello che immaginavo, mi spiegava Nuno che il sentiero percorso è tra i più percorribili, facendomi comprendere che sarebbe stato impossibile per me provare altre strade su cui lui si batte soprattutto con tutta l’attrezzatura fotografica addosso. Dopo un paio di scivoloni si arriva al livello del mare, di preciso su una spiaggia fatta di ciottoli di cui il più piccolo peserà un paio di chili, è qui che Nuno mi fa capire che da ora in poi ognuno da professionista fa il suo dovere, si butta tra le rocce e le onde e inizia in maniera molto energica a grattare la parte bassa degli scogli evitando di essere troppo girato di spalle verso le onde e concentrato su ogni aspetto. Ho avuto come la sensazione che percepisse l’arrivo dell’onda attraverso tutti i sensi, sapeva quando abbassarsi o risalire sullo scoglio senza necessariamente voltarsi a guardare. L’acqua dell’oceano è sempre gelida e a Febbraio ancor di più, le onde che rifrangevano qualche decina di metri alle sue spalle erano circa 6/7 metri, secondo una sua stima a occhio. Quando arrivavano addosso a lui lo sommergevano completamente, ma restava ancorato allo scoglio come un ragno facendo presa con mani e piedi senza perdere mai un centimetro di adesione, e poi in quei pochi secondi che intervallano l’arrivo di un’onda dall’altra da il meglio di se scalfendo tra la superficie dello scoglio e il dorso del percebes saltando da uno scoglio ad un altro arrampicandosi su e giù mettendo in gioco la propria vita dentro questo mestiere. Quarantacinque minuti in cui bisogna dare tutto, senza mai perdere la concentrazione e che Dio ce la mandi buona.
Un percebes per riformarsi impiega diversi mesi, per cui le zone battute ci mettono un po’ per rigenerarsi. Funziona che in ogni area costiera intervengono un certo numero di percebeiros professionisti autorizzati, ma non mancano -come in tutte le cose- gli improvvisati di turno, che oltre a non avere la preparazione giusta non rispondono a nessuna regola di rispetto dei tempi di pesca e di rigenerazione dei crostacei.
Dall’intenso sapore di mare o meglio di scoglio, se ne trovano di diverse qualità, il loro costo considerato alto (in quest’area oscilla dai 30 ai 70€ al chilo, altrove raggiunge anche i 170€ al chilo) dipende proprio dalla pericolosità della pesca, viene mangiato dopo essere stato cotto in acqua bollente, staccando la parte di guscio a forma cilindrica che riveste il frutto di colore rosso-arancio all’interno. Nuno l’ho visto saltare, correre, aggrapparsi, nascondersi, proteggersi e sussultare boccheggiando quando riemergeva dall’acqua gelida dopo che le onde lo facevano scomparire, poi l’ho visto sorridere osservando l’oceano come a rendergli omaggio e gratitudine, col bottino giornaliero, la giornata guadagnata e la pelle salva.


















