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Nella bottega del maestro Cipriani: dove dagli affreschi del Medioevo nascono gli strumenti

di Massimiliano Dragoni

L’odore di gomma lacca, alcool, legname, una radio sempre accesa, due piccoli tavoli da lavoro e un’esperienza artistica e artigianale unica: questo è il maestro Vincenzo Cipriani. A Santa Maria degli Angeli, una bottega di liutaio tradizionale trova il suo posto in una società che velocemente muta, un laboratorio fermo nei secoli e gestito dalla tenacia di un personaggio eccellente.

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Da musicista a liutaio Nato a Roma, cresciuto ad Assisi, figlio del comandante dei carabinieri della città negli anni ’50, Vincenzo ha da sempre amato la musica, prima come corista, poi, se pur brevemente, come clarinettista nella banda cittadina, per poi approdare alla sua passione, la chitarra classica: dal rock alla musica d’autore, fino ai Menestrelli di Assisi, che per anni egli stesso ha guidato, al mandolino, mandola e chitarra. La vita di Vincenzo, è un album di foto importantissime della città di Assisi, e lui le scorre lucidamente tra le proprie mani, quando racconta tutti i particolari di un’esistenza artistica. Quando Vincenzo e la moglie Anna, insegnante amatissima in città, si sono trasferiti per motivi di lavoro a Reggio Emilia, all’inizio degli anni settanta, la passione per la chitarra divenne incontenibile, tanto da studiarla nel metodo più classico e tale da spingerlo al primo tentativo: la costruzione della numero uno. Vincenzo ama raccontare questo particolare momento, quando il laboratorio era il salotto dell’appartamento in cui vivevano al tempo. Esperto tecnico di legnami e di disegno tecnico, per le varie occasioni lavorative vissute, riuscì a comporre con maestria quella chitarra che ancora oggi gli fa brillare gli occhi. Le sue chitarre classiche, vengono ad oggi suonate in tutto il mondo da grandi solisti.

Il ritorno Tornati ad Assisi, con due figli, la costruzione di una casa, il rientro nella vita e lo scandire del tempo locale, Vincenzo ha continuato a sperimentare in un piccolo laboratorio. Intanto, la chitarra classica è diventata il suo mestiere: centinaia di allievi negli ultimi quaranta anni hanno fatto i primi passi con lui e in molti casi lo hanno trasformato in lavoro.

 

Dagli affreschi agli strumenti La curiosità, l’esperienza attiva nel Calendimaggio di Assisi, di cui è stato interprete fondamentale, l’amore per gli affreschi e la storia, lo ha portato improvvisamente alla svolta della sua vita come liutaio: la ricostruzione di strumenti medievali e rinascimentali. La prassi di Cipriani è sempre empirica, tentativi su tentativi, esperienza su esperienza, alle volte enciclopedica sui legni e le loro venature, sulle colle, sulla stagionatura. I gesti di Vincenzo sono in verità parte di un antica arte e di una ritualità che lo lega alla natura dalla quale prende la materia prima: vederlo tastare una tavola di abete è un’ esperienza indimenticabile, così come scavare blocchi di legno e renderli oggetti musicali unici. Partire da un affresco, studiarlo, creare una proporzione attendibile, correggere il pittore – che non sempre intendeva rappresentare lo strumento come tale ma come simbolo -, comprendere lo stile dell’esecutore che ne usufruirà: queste alcune delle doti e virtù del Magister Cipriani. Osservare Giotto, Lorenzetti, Cimabue, Matteo da Gualdo e tanti altri artisti che hanno regalato ai posteri – clicca sul pulsante «play» per ascoltare l’audio – la bellezza dell’arte figurativa, il mondo come un prato da colorare con i suoi fiori è l’esperienza fondamentale dell’approccio di Vincenzo: il nostro liutaio, basa la propria osservazione sulle proporzioni tra volto e mani dei musicisti rappresentati e parla spesso di come un volto sia circa venti centimetri e da questo parte per ricostruire lo strumento rappresentato in maniera proporzionale e dunque in grado di suonare..

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Vincenzo La gentilezza di questo “uomo da laboratorio” è stimata da tutti, così come la sua capacità di comunicazione internet, anagraficamente avanguardista. L’essere disponibile è il motivo per il quale in tanti si avvicinano a Vincenzo per consigli, per sperimentare sui propri strumenti, per imparare: lui insegna, nel suo stile, dedica tempo e attenzione, si incuriosisce e lega fortemente il proprio essere agli input che arrivano dall’esterno. Insegna, si, come da tradizione, con il dubbio, l’osservazione, l’amicizia e tanta stima. Una persona da conoscere, con la quale parlare e soprattutto da ascoltare per le incredibili avventure di un pioniere unico nella musica antica italiana. Grazie a Vincenzo, oggi, è possibile ascoltare repertori musicali conservati negli archivi storici e nelle biblioteche delle nostre città, risuonare in maniera viva e più prossima all’epoca in cui vennero scritti: è sicuramente un secondo padre per tutti i musicisti che lo hanno incontrato.

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